Distributore di banche dati pubbliche e big data: come diventarlo?

Distributore di banche dati pubbliche e big data: come diventarlo?

La conoscenza di dati e informazioni è oggi la chiave del successo o del fallimento di una impresa. Conoscere significa saper prevenire eventuali stati di crisi ed organizzare la attività in una ottica di predizione. Viviamo in una epoca in cui l’economia della informazione si fonda sull’accesso ai dati pubblici. Diventare distributore di banche dati pubbliche è quindi oggi una grande opportunità di sviluppo imprenditoriale.

INDICE:

  1. I big data nelle banche dati pubbliche
  2. Come diventare distributore di dati pubblici
  3. Pubblica Amministrazione e banche dati pubbliche
  4. Il futuro dei big data nelle informazioni commerciali

I big data nelle banche dati pubbliche

Le nuove tecnologie digitali hanno da un lato incrementato il volume delle informazioni e la velocità di consultazione ed estrazione (si parla infatti di Big Data). Dall’altro, il valore economico delle stesse informazioni è in costante crescita così come la integrazione tra sistemi e banche dati della Pubblica Amministrazione. I Big Data sono oggi un motore di sviluppo economico che si fonda sia sulla loro distribuzione sia sulla interazione dei dati. Attraverso report e dossier è infatti possibile creare documenti personalizzati ad alto valore aggiunto che esprimono un rating di affidabilità e solvibilità.

Sul tema è intervenuta l’Unione Europea con due Direttive, la 2003/98/CE modificata dalla 2013/37/UE, recepite dal nostro ordinamento con la legge n. 36 del 2006. Le direttive europee sollecitano gli Stati membri a stimolare la creazione di un mercato concorrenziale di servizi che faciliti l’accesso ai dati pubblici per cittadini ed imprese. Le Pubbliche Amministrazioni, proprietarie dei dati, sono tenute a cederli dietro il corrispettivo di una tariffa o diritto che tenga in considerazione il recupero dei costi ed un congruo utile.

Come diventare distributore di dati pubblici

Alla luce delle considerazioni di cui sopra, emerge come il ruolo del “Distributore” sia sostenuto e stimolato dalla stessa Pubblica Amministrazione. L’ente che per primo in Italia ha individuato questa figura professionale è la Camera di Commercio. Attraverso la società InfoCamere, la banca dati del registro Imprese viene aperta ad una serie di operatori professionali, definiti “Distributori Ufficiali InfoCamere“. I Distributori Ufficiali sono gli unici soggetti autorizzati alla diffusione e commercializzazione dei dati camerali.

Il Distributore Ufficiale può, a sua volta, concedere l’accesso alla piattaforma Telemaco ad altri operatori commerciali. Naturalmente, trattandosi di dati pubblici, è necessaria la verifica delle credenziali e della affidabilità del Distributore prima della sottoscrizione del contratto di accesso alle banche dati. Il contratto può essere revocato in caso di violazione sull’utilizzo e la rivendita dei dati o nel caso di fallimenti e procedure concorsuali a carico del Distributore.

Se vuoi avere maggiori informazioni sulle modalità e caratteristiche del contratto di accesso alle banche dati pubbliche, invia una e-mail a info@visurenetwork.it

Pubblica Amministrazione e banche dati pubbliche

Gli enti della Pubblica Amministrazione che gestiscono in Italia banche dati sono diversi. L’elemento positivo al quale stiamo assistendo di recente è una tendenza alla loro integrazione. Purtroppo i dati non sono ancora resi omogenei e la struttura informatica delle banche dati pubbliche non consente ancora l’allineamento dei sistemi.

L’ente pubblico che sta sviluppando, anche dal punto di vista tecnologico, sistemi di integrazione di dati è la Camera di Commercio. Nel corso del 2019 le visure camerali si sono arricchite dei dati relativi al numero di occupati in una impresa, provenienti dall’INPS. Ora è quindi possibile verificare il numero effettivo dei dipendenti di una impresa e conoscerne l’evoluzione nel tempo.

Dal mese di ottobre, sono stati integrati nelle visure camerali anche i dati sulle partite IVA cessate e di gruppo messi a disposizione dalla Agenzia delle Entrate. Si tratta di un importante elemento di novità che prelude a future integrazioni di dati relativi soprattutto a liberi professionisti e persone giuridiche non censiti in Camera di Commercio.

Il futuro dei big data nelle informazioni commerciali

Il futuro, si auspica, sarà l’integrazione di tutti i dati presenti nelle banche dati ma sarà necessaria una preventiva omologazione e “pulizia” delle informazioni. I molteplici errori presenti nelle banche dati del Catasto e della Conservatoria, gestite dalla Agenzia delle Entrate, rendono difficile la loro estrazione ed integrazione. I dati sono stati inseriti ed aggiornati infatti con metodologie e sistemi che sono variati nel corso degli anni. Questo ha determinato un elevato numero di incongruenze e, di conseguenza, di errori sia nella fase di ricerca sia nella fase di estrazione del dato.

I dati relativi ai soggetti titolari di diritti reali, persone fisiche e giuridiche, non sono coerenti con quelli presenti nella Anagrafe Tributaria o per le imprese in Camera di Commercio. I dati riferiti ai beni immobili presentano ancora forti incongruenze con la toponomostica aggiornata dei Comuni. Sino a quando non si provvederà ad omologare i dati delle banche dati pubbliche, l’integrazione dei Big Data non potrà essere completata.

 

Ho intrapreso la libero professione nel lontano 1996 nell’ambito delle visure ipotecarie e catastali per conto dei principali gruppi bancari e degli enti di riscossione pubblica. Contestualmente, per conto di enti religiosi ed ecclesiastici, ho curato la gestione dei loro patrimoni immobiliari: dal check immobiliare, allo studio di fattibilità fino alla riqualificazione e messa a reddito. Nel 2019 ho ideato VisureNetwork®, la prima piattaforma di affiliazioni in modalità white label nel settore delle informazioni commerciali. Seguo con attenzione gli scenari del mercato immobiliare e l’impatto che le innovazioni digitali avranno nell’attività economica delle imprese.

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